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Cenni Storici

 

Il Santuario sorge fuori dalle mura del castello di Collelungo, inaugurato per il centenario del ritrovamento dell’immagine, quando il ritaglio del muro fu tagliato dall’antica chiesa parrocchiale  e, dopo essere stato portato in processione per le vie del paese, fu affissato nella nuova chiesa, dove fin dora viene venerato dai devoti di Santa Maria della Luce.

 

Infatti, la costruzione del santuario fu fortemente voluta dall’allora parroco Don Salvatore Nucci, il quale volle conservare il prezioso affresco riaffiorato miracolosamente.


L’Immagine della «Madonna della Luce» è un affresco del 1300 circa attribuito a Pietro di Nicola di Orvieto, rimasto par diversi secoli nascosto nella vecchia chiesa da uno strato consistente intonaco che miracolosamente cadde il 24 aprile 1829, successivamente una piccola scossa sentita da tutti i fedeli mentre si preparavano per una processione.

 
In un primo momento apparve solo il volto della Vergine, ma l’evento assunse il carattere di prodigio anche per un particolare molto singolare, infatti l’intonaco continuò a cadere pezzo dopo pezzo, fino alla quasi completa scoperta dell’immagine. Da quel momento iniziò un costante andirivieni di ammalati, soprattutto pellegrini e curiosi.

 

Presenza storica presso il Santuario, negli anni seguenti dell’ultima guerra, fu quella dell’allora Mons. Montini, il futuro Papa Paolo VI, il quale rimase diverso tempo a Collelungo, ospite della famiglia dei Conti Faina, e da Papa scriveva ai suoi amici umbri chiedendo di pregare per lui presso l’immagine della Madonna della Luce perché da Papa ne aveva ancor più bisogno.

 

Anche San Giovanni Paolo II, per occasione della Festa del Corpus Domini a Orvieto, ricordò nelle sue parole e chiese l’intercessione di Santa Maria della Luce.

  

Il popolo di Collelungo e dei dintorni si raduna due volte all’anno in questo Santuario per celebrare una delle Feste più sentite e partecipate di questa porzione di Umbria, la prima, il ritrovamento dell’immagine celebrata ogni il 25 aprile; la seconda viene celebrata nella prima domenica di settembre.

 

L’affresco

 

L’affresco è una ‘autentica opera d’arte di scuola umbro-toscana, umbra per impostazione, toscana per quel sottile riferimento alla tradizione pittorica di quella regione ed in particolare a quella della vicina Siena.

 

La Madonna della Luce, come gli altri affreschi di Collelungo, si pone in evidenza ed in risalto, sia come monumento artistico e sia come documento iconico che attesta la capillare e curata diffusione del culto mariano, giunto ormai nel sec. XIV ad un altissimo livello artistico, così come testimoniano le tante chiese umbre dedicate alla Vergine e la moltitudine di edicole piccole e grandi, urbane e rurali sparse in tutto il territorio dell’Italia centrale.


La Madonna, seduta in trono, incoronata regina e con il capo nimbato, vestita con i colori della più classica iconografia cristiana: il suo vestito rosso, simbolo della sua umanità rivestita con un manto azzurro cobalto, che sta a significare la divinità che riveste l’umanità della Vergine.


Il capo e le spalle sono coperte da un velo bianco è il bianco della Luce, della Resurrezione.
Sulle ginocchia della Madre, Gesù Bambino benedicente rappresentato nel viso e nel vestito come un re, che regge il cartiglio con la scritta “Qui sequitur me non ambulat in tenebris” (Giovanni 8,12), “Chi segue me non camminerà nelle tenebre“; il tutto compone esattamente la parte centrale dell’opera.Sulla sinistra l’immagine di San Cristoforo e sulla destra la figura di San Sebastiano Martire.

 

Aspetto esterno

 

Si tratta di un impianto in stile sostanzialmente neoromanico.

Le pareti esterne sono a loro volta intonacate, eccezione fatta per il prospetto principale, sul quale le superfici con finitura in cotto a cortina, sia cornici che fondali, prevalgono su quelle tinteggiate. Lo stesso prospetto, con timpano triangolare di coronamento, è simmetricamente caratterizzato dalla presenza di paraste laterali binate, montate su un alto basamento, e da un arco centrale, poggiato su un secondo ordine di paraste, che racchiude nella sua geometria portale e rosone.

 

Interno

 

L’interno è costituito da un’unica navata coperta con cassettoni lignei, decorati con motivi geometrici e floreali, presbiterio, oltre la balaustra, appena sollevato e voltato con crociere non costolonate, e due cappelle laterali coperte a botte, delle quali solo quella di destra ospita un altare in terracotta.

Il verso di percorrenza della navata interna, intonacata e tinteggiata, è scandito da una successione di tre arcate a tutto sesto, interrotte da paraste con capitelli ionici; l’arco di trionfo che separa l’aula dal presbiterio raffigura due stemmi episcopali.

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